Buongiorno a tutti e ben ritrovati sulle pagine del mio blog musicale.

Oggi parliamo del “solfeggio”, analizzando nel dettaglio che cos’e’ ma soprattutto a cosa serve! Questa infatti e’ la prima e la piu’ frequente domanda che i miei allievi (soprattutto i piu’ giovani e curiosi) mi rivolgono.

Si leggono molte definizioni di solfeggio, in sostanza tutte corrette, ma non e’ sulla definizione che ci concentreremo maggiormente, bensi’ sulla sua efficacia ed utilita’.

Parliamo del solfeggio “parlato“, che consiste nello scandire ad alta voce le note di una melodia (esercizio di solfeggio), chiamando le note con il loro nome (do-re-mi- ecc.), sillabandole per quanto e’ la loro effettiva durata.

Cosa significa? Se non avete ben chiara la spiegazione riportata qui sopra non c’e’ nulla di strano, perche’ per iniziare a solfeggiare occorre avere almeno un’ infarinatura di teoria musicale, conoscere le note, i segni grafici che le rappresentano nel nome e nel valore, le relative pause, i principali simboli utilizzati sul pentagramma, i tempi piu’ comuni.

Proprio per questa ragione metodi dedicati, come per esempio il BONA, riportano, prima degli esercizi, una disgressione di teoria musicale di base (in questo caso curata dal M° Aldo Rossi), da studiare prima di affrontate gli esercizi pratici di solfeggio parlato.

bona2
Esempio di parte teorica del metodo BONA

Ma torniamo alla sua utilita’.. Questo esercizio, che puo’ apparire noioso, e’ in realta’ una vera e propria scuola preparatoria in quanto allena varie abilita’: la prima e’ la lettura delle note sul pentagramma, che e’ indispensabile acquisire perche’ le stesse note saranno lette molto piu’ velocemente quando vi accingerete a suonarle sul vostro strumento.

La seconda e’ quella di assimilare IL TEMPO di una composizione, capire cioe’ come e’ suddiviso il periodo musicale, riuscendo ad essere sempre nel punto esatto di una battuta, rispettando la durata dei suoni e dei silenzi imposti dalle pause.

Ricordate a tal proposito che la musica non e’ fatta soltanto da SUONI ma anche da SILENZI, anzi e’ proprio dalla alternanza fra SUONO e SILENZIO che nasce una composizione musicale.

Ancora, solfeggiare vi rendera’ molto abili nel memorizzare i brani, allenando la vostra memoria visiva, vi aiutera’ nella comprensione del tessuto ritmico di un brano quando lo dovrete studiare per suonarlo sul vostro strumento.

Se dunque volete iniziare a studiare musica, qualunque sia lo strumento, fornitevi di un metodo come il BONA che io consiglio a chi inizia perche’ e’ scritto in maniera chiara e riassuntiva, cominciate a leggere la parte introduttiva di teoria musicale (che poi in seguito potrete approfondire su altri metodi), dopodiche’ affrontate gli esercizi.

Se lo desiderate potete contattarmi inviando una domanda/commento nel riquadro a fondo pagina per avere ulteriori informazioni e consigli.

Di seguito il metodo sopradescritto, che potrete trovare anche qui per l’acquisto diretto..

bona1
BONA – METODO COMPLETO PER LA DIVISIONE

 

 

Pubblicità